I cani, con il loro modo semplice e autentico di vivere la vita, ci insegnano tanto ogni giorno. La gioia, la fiducia, l’amore incondizionato… le qualità dei nostri amici a quattro zampe ci possono aiutare a diventare ogni giorno persone migliori. Certo, chi lo direbbe che possono essere anche dei maestri straordinari di mindfulness? Ci insegnano a rallentare, ad apprezzare il momento presente e a lasciar andare ciò che non conta. La loro quotidianità riflette molti dei principi chiave della mindfulness, e osservarli può ispirarci a vivere con maggiore consapevolezza. Quello che ho imparato dal mio Jimmy non potrebbe essere raccontato nemmeno in un’enciclopedia. Ma ho pensato di unire in questo articolo i modi in cui il mio cane mi ha insegnato, precisamente, i 7 principi fondamentali della mindfulness.

1. Non giudizio: vivere senza pregiudizi
La nostra mente è impegnata costantemente nel giudicare fatti e situazioni, tanto esterni quanto interni, oscillando senza sosta tra giudizi positivi e negativi. In questo modo, la nostra mente non trova mai pace, perché è assorbita da questa attività giudicante.
Si dice che i cani accettano ogni persona, situazione e momento per quello che è. Non è propriamente così. Il mio cane non è libero dal giudizio. Ci sono altri cani e situazioni che lo mettono in stato di allerta e di stress… quindi lui è in grado di giudicare!
Piuttosto, è il contrario: lui spinge me a liberarmi dal giudizio. Mi spiego.
Quando ho deciso di adottare Jimmy, ad Aprile del 2020, la mia aspettativa era che avere un cane sarebbe stato sempre bellissimo, sempre facilissimo, che in fondo avevo scelto una razza super cucciolosa e che problemi non ne avrei mai avuti. Avevo un pregiudizio fin troppo positivo e ottimistico, che poi si è scontrato subito con la realtà. Mi sono trovata fin da subito a fare i conti con un cane super reattivo, che abbaia e reagisce a praticamente tutto, e ci è voluta infinita pazienza (arriviamo al punto successivo). Anche se con tanto lavoro è molto migliorato, siamo ancora in un processo dove ogni uscita con lui può essere serena e tranquilla come un disastro completo. Ed eccomi, ancora qui che pongo giudizio.
Non cambia, però, quello che io sento per lui. È il mio amore infinito e lo sarà sempre, anche quando non si comporta esattamente come io vorrei.

2. Pazienza: tutto a suo tempo
Un cane può passare ore seduto accanto a te, aspettando che tu finisca il lavoro o ti prepari per uscire. La loro pazienza è una testimonianza della capacità di accettare il flusso naturale degli eventi senza ansia.
Non posso dire di essere stata sempre paziente con Jimmy. Sono state tante le volte in cui i suoi comportamenti in casa (distruggere cuscini, giubbotti, scarpe, ecc.) e fuori casa (le fughe, le liti con altri cani, l’abbaiare a ogni cosa che si muovesse) mi hanno fatto perdere la pazienza e mi hanno fatto chiedere se me la sentissi davvero di andare avanti con lui. Non si trattava solo del fatto che le cose non andassero perfettamente come volevo, ma proprio dell’energia fisica e mentale che richiedeva.
Ho scelto la strada della pazienza anche quando sembrava impossibile. Ho scelto di fare 10 respiri ben profondi e di andarlo a cercare quando scappava. Ho scelto di stare zitta, tenerlo al fianco e camminare avanti anche quando impazziva contro qualche cane. Ho scelto di andare a casa, stare in silenzio, aspettare che tutti ci fossimo calmati, per poi andare avanti un giorno in più.
Mi ero presa un impegno: adottare un essere vivente, un cane di cui non si sapeva la storia, perché era stato trovato a vagare per le strade di Napoli. Una razza impegnativa, un beagle, quindi un cane di per sé estremamente indipendente, per di più adottato già grande, circa un anno, quindi adolescente (ancora peggio!). Nel momento in cui decidi di prenderti cura di un essere vivente è per sempre, quindi la pazienza te la devi far venire per forza.
Poi questo sforzo ha pagato: a distanza di 5 anni, non posso dire di avere un cane perfetto, ma di avere un cane che amo, che è amato e che ha fatto notevoli progressi.

3. Mente del principiante: vedere con occhi nuovi
Finalmente stava per arrivare il cane dei miei sogni. Un beagle. Il cane della mia infanzia, Snoopy, il beagle per eccellenza. Sarebbe stato tutto stupendo e fantastico. O forse no?
Io, che credevo di sapere tutto e di non avere bisogno di nessuno, al primo giorno di adozione mi trovo con un cane che sale sul tavolo della cucina, mangia qualsiasi cosa trova, rincorre il gatto per mordergli la coda, fa la pipì in ogni angolo della casa, non smette di abbaiare e ogni minuto che passa io penso di aver combinato un casino.
Ecco che la mia arroganza di sapere tutto sui cani, su quel cane (come fosse possibile, dato che era il mio primo cane, poi…!) mi ha portato ad accettare il fatto che avevo bisogno di aiuto, e anche in fretta.
Ho contattato un’educatrice che mi ha spiegato molte cose sul mondo dei cani e mi ha insegnato a dialogare con lui e a costruire la nostra relazione attraverso il gioco (e i premietti). Ancora oggi, non smetto di essere una principiante, non smetto di vivere ogni passeggiata e ogni uscita, anche solo intorno al quartiere, con i suoi occhi.
Un gatto, un motorino, anche solo una carta per terra, possono creare in lui una reazione potenzialmente intensa, che io devo saper prevedere. Ecco perché ogni momento con lui è sempre nuovo e sempre un’occasione da cui imparare.

4. Fiducia: abbracciare la vita con sicurezza
Attraverso la fiducia in lui e in quello che avrebbe potuto imparare da questo percorso, sono riuscita ad andare avanti e a non mollare. Se lui si fidava di me, della sua nuova mamma umana che lo aveva adottato e accolto, non potevo tradire la sua fiducia e anche io dovevo fidarmi a mia volta.
I cani si fidano completamente di te e del loro istinto. Questa fiducia in sé stessi e negli altri è un pilastro della mindfulness, che ci invita a credere nelle nostre capacità e ad accettare l’incertezza senza paura. Coltiva la fiducia in te stesso e nelle tue scelte, così come il tuo cane si fida di te anche nelle situazioni più inaspettate.

5. Accettazione: abbracciare ciò che è
L’educatrice che avevo contattato e che mi ha aiutato a educare Jimmy e a sistemare un po’ i problemi iniziali che avevo affrontato mi disse: “Arriverai a ottenere tanto da lui perché è un cane intelligente, ma a un certo punto dovrai anche ACCETTARE che più di così non puoi avere perché è una razza particolare e certe cose fanno parte della sua natura.”
Ancora oggi, a distanza di 5 anni, so che non posso sguinzagliarlo in un parco pubblico in città perché inizierebbe a correre via. So che devo fare attenzione a ogni centimetro di terreno perché è un aspirapolvere e mangia qualsiasi cosa trovi per terra. So che alcune cose lo agitano (come i rumori forti di camion, moto, ecc.) e devo spostarmi un po’ al passaggio di questi.
È un beagle, è un cane da caccia, con le sue caratteristiche. E io ho imparato ad accettarlo.
I cani accettano la vita per quello che è. Che stiano correndo al parco o riposando su un tappeto, non combattono ciò che accade, ma si adattano. Se lo fanno loro, puoi farlo anche tu.
Quando ti trovi di fronte a una situazione frustrante, chiediti: “Come posso accettare questo momento per quello che è?”. Osserva il tuo cane come esempio: anche quando le cose non vanno come vorrebbe, sa adattarsi e trovare pace.

6. Non cercare risultati: goditi il processo
I cani non si fissano obiettivi quando giocano o corrono. Non pensano a “fare bene” qualcosa; semplicemente si godono l’attività. Questo ci insegna a vivere senza essere ossessionati dal risultato, ma concentrandoci sul momento presente.
Prova a fare un’attività quotidiana (cucinare, camminare, leggere) senza pensare al risultato finale, ma semplicemente godendoti il processo.

7. Lasciare andare: il passato è passato
Un cane non rimugina su un rimprovero o un errore passato. Vive ogni momento come una nuova opportunità, lasciando andare rapidamente ciò che non serve.
La prossima volta che ti trovi a rimuginare su un errore o un momento difficile, chiediti: “Come posso lasciar andare e andare avanti?” Il tuo cane lo fa naturalmente, e così puoi farlo anche tu.

E soprattutto la presenza: il mio cane, il mio maestro di mindfulness
Vivendo con Jimmy, ho imparato a essere presente, a vivere il qui e ora. Se anche tu hai un cane, allora hai un’opportunità unica di osservare i principi della mindfulness in azione. Ogni passeggiata, carezza o gioco può diventare una lezione di consapevolezza.
I cani ci ricordano che il momento presente è tutto ciò che abbiamo e che viverlo con semplicità, gioia e accettazione è il segreto di una vita piena.
La prossima volta che sei con il tuo cane, metti via il telefono e concentrati solo su di lui. Prenditi un momento per osservarlo con attenzione. Cosa ti insegna sulla mindfulness? Porta queste lezioni nella tua vita e scoprirai un nuovo modo di essere presente.
E tu, hai un cane o un gatto? Raccontami nei commenti cosa ti ha insegnato il tuo pet sulla mindfulness!

